San Gregorio Nazianzeno

San Gregorio Nazianzeno

Autore: Salvatore Sacquegna
Titolo: San Gregorio Nazianzeno
Comune: VERNOLE (LE)
Luogo: Acquarica di Lecce (fraz. di Vernole; LE), chiesa Matrice di San Gregorio Nazianzeno (presbiterio, parete sinistra, armadio in legno)
Diocesi: Lecce
Datazione: 1908
Restauri: ditta Antonio Malecore 1979
Caratteristiche: cartapesta e terraccotta policrome; 170x80x80 cm
Iscrizioni: «Prem.to Lab. Arte Sacra/Salvatore Sacquegna/Lecce 1908» (faccia sinistra del piedistallo); più in basso: «REST. ditta MALECORE LECCE 1979»

Notizie storico-artistiche

L’origine del protettorato sulla piccola frazione di Acquarica di Lecce di San Gregorio Nazianzeno (329-390 ca.), vescovo e teologo greco e uno dei padri cappadoci, si lega a una leggenda, scaturita forse dalla necessità di motivare un culto verso un santo orientale non particolarmente diffuso.
Nel 1495 Girolamo Guarini, barone del luogo, si macchiò del delitto di fellonia e, perseguitato dalle autorità imperiali di Carlo V, fu costretto a trovare rifugio in Albania dove, consumata ogni risorsa, si mise al servizio come cocchiere presso una nobile famiglia, tenendo però sempre nascosto il suo vero nome. Diversi anni dopo, mentre tornava dalla campagna, Girolamo fu avvicinato da un prelato che lo chiamò per nome, al che il barone temette di essere stato scoperto; il prelato invece, rassicuratolo, invitò Girolamo a seguirlo e lo portò nella vicina spiaggia dove due barcaioli erano pronti a riportarlo in patria. Qui, garantì il prelato, era stata concessa un’amnistia ai perseguitati politici mentre il figlio del barone aveva già riscattato il suo feudo. Prostrato ai suoi piedi Girolamo chiese al prelato chi fosse ed egli gli rivelò che era San Gregorio Nazianzeno e che in futuro avrebbe protetto lui e la sua gente. Il barone promise allora che, tornato ad Acquarica, avrebbe innalzato a Gregorio un altare e lo avrebbe proclamato protettore del borgo; quando però provò ad accostarsi al santo per baciargli la mano, questi era già sparito (cfr. DE PASCALI 2003, pp. 92-93).
È comunque certo che nei primi decenni del Cinquecento già esisteva ad Acquarica una chiesa dedicata a San Gregorio. Al 1525 risale infatti il campanile della vecchia Matrice che, ormai fatiscente, nel 1904 il parroco monsignor Leone Greco fece demolire e ricostruire in forme più grandi; laddove le visite pastorali degli anni 1595 e 1642-43 ricordano la presenza nella stessa chiesa di un affresco dedicato al santo vescovo. Nell’edificio doveva inoltre esistere una cappella dedicata al santo, poiché due atti notarili del 1750 e del 1770 fanno riferimento a dei «beni lasciati alla Cappella del glorioso S. Gregorio Nazianzeno». Cappella in cui molto probabilmente doveva essere custodito il dipinto settecentesco, conservato nell’attuale Matrice, in cui è raffigurato il santo seduto su una nube in atto di scrivere e circondato da angeli e il cui cartiglio lo dice «fatto di pubbliche elemosine, essendo Procuratore Leonardo Petrachi A.D. 1748». È questo, insieme all’altro quadro forse tardo cinquecentesco della Madonna del Rosario il cui stile rimanda a Gianserio Strafella e alla campana del 1552, tra i pochi beni mobili superstiti dell’antica parrocchiale, ricostruita nelle forme attuali, come anticipato, nel 1904 (vedi DE PASCALI 2003, pp. 125-127, 131, 170-171, 174-175 figg., con rinvio alle fonti archivistiche).
Diversi arredi della nuova chiesa Matrice furono commissionati pochi anni dopo la sua ricostruzione. Tra essi il grande e pregevole altorilievo in cartapesta che sovrasta l’altare maggiore, ispirato nella composizione al quadro settecentesco prima ricordato e realizzato, come recita l’iscrizione in basso a sinistra, «A DEVOZIONE DI ANNA M. e LUIGI CANNOLLETTA FRATELLI 1908». Opera apparentemente uscita dalla stessa bottega della statua a tutto tondo del patrono, di cui tra poco si dirà, che insieme a quest’ultima è tra quelle che avrebbero segnato, all’inizio dello scorso secolo, l’immaginario devozionale di Acquarica legato al santo protettore, rinsaldato più di recente dall’erezione nel 2003 in Piazza Malta, davanti alla facciata della Matrice, di una colonna sormontata da un’imponente statua lapidea di San Gregorio (cfr. DE PASCALI 2003, pp. 171-172, 180-181 figg., 253-260 figg.).
Infine, altra importante traccia della secolare devozione verso il santo orientale da parte della popolazione di Acquarica è la focara che ogni anno viene accesa nelle campagne della frazione in ricordo e come ringraziamento per lo scampato pericolo dal terremoto che colpì l’intero Salento la notte del 18 gennaio 1833. Notte in cui i terrorizzati acquarichesi, come molti altri salentini, furono costretti ad abbandonare le proprie abitazioni per trascorrere la fredda notte all’aperto in campagna ed accendere dei falò per riscaldarsi. E allo stesso modo, intimoriti dal probabile sopraggiungere di altre scosse, trascorsero la notte successiva, ma San Gregorio Nazianzeno, dopo aver avvisato per tempo i cittadini dello sciagurato evento li protesse anche da successive scosse. Da qui i numerosi falò accesi in passato nel piccolo borgo e oggi limitati a solo uno, più grande.

La festa patronale si tiene ogni anno ad Acquarica il 20 e il 21 agosto. In passato però essa cadeva il 9 maggio, giorno in cui la Chiesa cattolica celebra San Gregorio, senonché, essendo vicina ad altre due feste religiose assai sentite dagli acquarichesi, quelle della Madonna del Buon Consiglio e della Madonna della Pietà, fu inizialmente spostata al 30 agosto. La festa – ricordata nel 1879 dallo storico salentino Giacomo Arditi (1815-91), che insieme alla festa del Lunedì di Pasqua, «titolata Mater Domini», menzionava «l’altra, al protettore S. Gregorio, entrambe buonine in relazione del luogo»: G. Arditi, La corografia fisica e storica della provincia di Terra d’Otranto, Lecce 1879, pp. 11-12 – iniziava con la messa, proseguiva col panegirico del parroco e terminava con la processione della statua seguita da una piccola banda (cfr. DE PASCALI 2003, p. 205, dove sono riportati altri dettagli della modesta festa patronale che si svolgeva in passato, fondati sui ricordi personali dell’allora novantaduenne Giuseppe Elia, detto ‘Pippi Neca’).
Oggi, come allora, il programma dei festeggiamenti è piuttosto essenziale e ai momenti liturgici, di preghiera e di fede, fanno da corollario le caratteristiche luminarie, diversi concerti bandistici, i fuochi d’artificio; mentre in coincidenza o in prossimità della festa si svolge anche la Sagra del peperone. Il momento più suggestivo e intenso dei due giorni è però la processione col simulacro del santo, portato in spalla, al momento dell’uscita dalla parrocchiale, dai membri dell’unica confraternita oggi esistente ad Acquarica, quella della Madonna Addolorata che ha sede presso la cappella della Madonna della Pietà, e in seguito condotta dai devoti cittadini.

La statua in cartapesta venne eseguita, come ricorda l’iscrizione del piedistallo, nel laboratorio del maestro Salvatore Sacquegna (1877-1964; vedi SCHEDA) solo nel 1908, pochi anni dopo la ricostruzione della Matrice. Non è però dato sapere se in precedenza, in occasione della festa patronale, come si è visto già esistente almeno da alcuni decenni, si tenesse già una processione, e fosse quindi usata un’altra statua, o se invece tutto si limitasse all’adorazione sull’altare maggiore di un’altra opera, come per esempio il quadro settecentesco sopramenzionato.
Fatto sta che il simulacro di San Gregorio Nazianzeno è tra le più riuscite opere del Sacquegna, esprimendone le migliori qualità plastiche, compositive e pittoriche. Il santo è colto nel momento in cui riceve l’ispirazione divina per scrivere i suoi testi contro l’eresia ariana, rappresentata dall’uomo ossuto, convenzionalmente di pelle scura, schiacciato dal piede sinistro di Gregorio e che, in equilibrio precario e con gesto acrobatico (la mano sinistra, aperta, è ben premuta sul libro aperto, la gamba corrispondente è invece alzata), sembra quasi precipitare dallo spigolo del piedistallo. Il guizzo di origine divina sembra percorrere sia il bel viso espressivo del santo, dalle ciocche ben definite della barba e dai tratti molto realistici, sia il suo corpo, fermo in un hanchement barocco che determina il movimento degli abiti e in particolare quello delle parti di stola, camice e piviale che coprono l’anca sollevata, atta a reggere il libro e a schiacciare l’Eresia. Pieghe che sfruttano al meglio le soluzioni plastiche offerte dall’impiego dei fogli di carta, e ciò anche nei gorghi, nei rientri e nelle parti più ‘spianate’ del manto dell’Eresia. Il tutto sotto l’occhio attento, ma come divertito, di un angioletto che regge delicatamente il pastorale metallico, figura accessoria piuttosto frequente nella produzione plastica del cartapestaio. Straordinari sono poi l’uso delle cromie e la profusione dei decori (arabeschi, motivi fitomorfi, croci, paste vitree), non solo su mitria, piviale, stola e camice di San Gregorio (si veda in particolare la realistica traduzione del pizzo che lascia vedere, in corrispondenza dell’orlo inferiore e delle maniche del camice, il rosso spento del tessuto sottostante), ma anche sul manto a strisce gialle e blu dell’Eresia o sul panno e le ali multicolori dell’angelo (elemento anche quest’ultimo rintracciabile in altre opere del Sacquegna in cui compaiono i suoi tipici putti). Motivi che permettono di inquadrare la finitura decorativa della bella statua di Acquarica nella categoria più alta, quella detta ‘trionfo’ (cfr. DURANTE 2005-06; ivi una descrizione più particolareggiata dell’iconografia e della decorazione del gruppo statuario).

Bibliografia
  • C. Ragusa, Guida alla cartapesta leccese, a cura di M. Cazzato, Galatina 1993, p. 105 fig. 176.
  • M. De Pascali, Acquarica di Lecce; con la collaborazione di A. Abate, Tipografia fratelli Castrignanò, Calimera 2003.
  • D. Durante, Salvatore Sacquegna (1877-1964) , tesi di laurea, Università del Salento, Facoltà di Beni Culturali, relatore prof. L. Galante, a.a. 2005-06, pp. 55-57 scheda 11.
Galleria
Salvatore Sacquegna, San Gregorio Nazianzeno, 1908. Acquarica di Lecce (fraz. di Vernole; LE), chiesa Matrice di San Gregorio Nazianzeno (foto Donato Santoro Melendugno)
Salvatore Sacquegna, San Gregorio Nazianzeno, 1908. Acquarica di Lecce (fraz. di Vernole; LE), chiesa Matrice di San Gregorio Nazianzeno (foto Donato Santoro Melendugno)
Salvatore Sacquegna, San Gregorio Nazianzeno, 1908. Acquarica di Lecce (fraz. di Vernole; LE), chiesa Matrice di San Gregorio Nazianzeno
Salvatore Sacquegna, San Gregorio Nazianzeno, 1908. Acquarica di Lecce (fraz. di Vernole; LE), chiesa Matrice di San Gregorio Nazianzeno
Acquarica di Lecce (fraz. di Vernole; LE), festa patronale del 20-21 agosto, uscita della processione col simulacro di San Gregorio Nazianzeno
Acquarica di Lecce (fraz. di Vernole; LE), festa patronale del 20-21 agosto, uscita della processione col simulacro di San Gregorio Nazianzeno
Acquarica di Lecce (fraz. di Vernole; LE), festa patronale del 20-21 agosto, processione col simulacro di San Gregorio Nazianzeno
Acquarica di Lecce (fraz. di Vernole; LE), festa patronale del 20-21 agosto, processione col simulacro di San Gregorio Nazianzeno
Manifesto dei festeggiamenti patronali 2023 di Acquarica di Lecce (fraz. di Vernole; LE)
Manifesto dei festeggiamenti patronali 2023 di Acquarica di Lecce (fraz. di Vernole; LE)
Salvatore Sacquegna (?), Visione di san Gregorio Nazianzeno, 1908. Acquarica di Lecce (fraz. di Vernole; LE), chiesa Matrice di San Gregorio Nazianzeno
Salvatore Sacquegna (?), Visione di san Gregorio Nazianzeno, 1908. Acquarica di Lecce (fraz. di Vernole; LE), chiesa Matrice di San Gregorio Nazianzeno