Misteri di Sava

Misteri di Sava

Autore: Arturo De Vitis
Titolo: Cristo nell’orto degli Ulivi / Ecce Homo / Cristo alla colonna / Cristo caduto sotto la croce
Comune: SAVA (TA)
Luogo: Sava (TA), chiesa della Croce, confraternita del Carmine
Diocesi: Oria
Datazione: 1914
Restauri: anni Sessanta del XX sec. Cosimo (Mimino) Gioia; 2004 Lidiana Miotto
Caratteristiche: cartapesta policroma
Iscrizioni:

Notizie storico-artistiche

Dopo la Riforma Liturgica della Settimana Santa voluta da Pio XII (1939-58) nel 1955, due sono attualmente le processioni che caratterizzano la Settimana Santa di Sava: la processione dell’Addolorata, che si tiene il Venerdì Santo mattina, e quella dei Misteri, che si svolge invece la sera dello stesso giorno; entrambe a cura della Confraternita della Croce con sede nella seicentesca chiesa omonima, chiamata dal popolo anche della Madonna del Carmine, da cui le due processioni hanno inizio e fine.
L’istituzione della congrega risale al 1719, quando il 16 maggio nella chiesa citata venne fondata, sotto la protezione della Vergine del Carmine, la «Confraternita dei Morti sub titulo B.mae Mariae Virginis de Mortuorum [sotto il titolo della Beatissima Maria Vergine dei Morti]» – forse discesa, o fusasi, con la preesistente confraternita dei «Fratelli e della Sorelle dei Sette Dolori della Beata Vergine Maria», attestata dal 1689 e solamente fino al 1725 – le cui «Regole e Statuti» ottennero l’Assenso regio il 29 giugno 1777.
Proprio nello Statuto del 1719, la Regola IX conteneva un riferimento all’antenato del rito dei Misteri; tra gli obblighi demandati ai confratelli vi era infatti anche quello di «intervenire tutti col camice nell’istesso giorno […] specialmente del Venerdì Santo nella solenne processione che dalla nostra Congregazione si farà con portare a giro per il paese sopra la Bara il Crocifisso morto vestiti tutti con il camice, e corona di spine in testa ed il lume in mano».
Tuttavia già una visita pastorale del 1604 documenta che la confraternita del SS. Sacramento, l’unica allora esistente a Sava, la terza domenica di ogni mese portava in processione per le vie del paese «tra due grandi lanterne accese l’immagine grande del Crocifisso con una vistosa ferita sanguinante al costato, preceduto dalla immagine della Beata Vergine» (PESARE 1996, p. 35).
Tale rituale evidentemente fu ereditato o mutuato nel primo Settecento dalla Confraternita della Vergine dei Morti che, sempre nel XVIII secolo, oltre al Cristo «sopra la Bara» – probabilmente la statua lignea restaurata nel 2004, conservata sotto l’altare maggiore della chiesa confraternale, tuttora utilizzata nel rito – il Venerdì Santo portava «processionaliter» anche la statua del SS. Crocifisso collocata sull’altare della chiesa della Croce, come registrato in una visita pastorale del 1773, e organizzava negli stessi anni anche la processione della Desolata (vedi SAVA-SCHEDA ‘DESOLATA’).
La processione del Cristo morto e del Crocefisso dopo qualche decennio si ampliò e nel 1884, la visita pastorale di monsignor Tommaso Montefusco, oltre a ricordare le due processioni dell’Addolorata gestite dalla confraternita della Croce (del Giovedì sera e del Venerdì mattina), registrava puntualmente la processione serale del Venerdì Santo delle statue dei Misteri: Cristo all’orto, Cristo flagellato, Cristo coronato di spine, Cristo sotto la Croce, la Croce del Calvario, Cristo morto e l’Addolorata. Statue che venivano tutte elencate, a eccezione della Croce del Calvario, nella relazione preliminare alla visita del vescovo di Oria mons. Antonio Di Tommaso del 1906: «statua dell’Addolorata, statue di quattro Misteri, Gesù morto ed urna».
Le quattro statue ottocentesche dei Misteri, per ignoti motivi, furono vendute nel 1925 alla Confraternita del Rosario di Torricella, sostituite nel frattempo dalle attuali statue, eseguite nel 1914 da Arturo De Vitis. Lo ha acclarato il restauro condotto da Lidiana Miotto nel 2004, che ha rimosso dai simulacri la grossolana ridipintura e i ritocchi appostivi negli anni ’60 del secolo scorso dal pittore savese Cosimo, detto Mimino, Gioia (1916-78); quando, citando una significativa espressione utilizzata da LOMARTIRE 1978, p. 19, furono «rimesse a nuovo con un rinfresco di colori».
Le quattro statue palesano difatti, nella loro sicura e ‘accademica’ costruzione plastica e nelle espressioni estatiche dei volti delicati, gli stilemi tipici della bottega di Giuseppe Manzo, nella quale il De Vitis si formò. Manzo e «scuola» a cui i simulacri, in tempi non sospetti, sono stati giustamente accostati, specie per gli «aspetti morfologici del volto del “Cristo alla caduta”, simili a quelli della “cascata” del Carmine di Taranto, fortemente espressivo» (Pesare 1996, p. 97). Eppure le statue, vicine a quelle di Erchie modellate dallo stesso De Vitis (vedi SCHEDA) – autore a Sava anche della Desolata della chiesa di Mater Domini (1911) – manifestano la loro ‘originalità’, ad esempio nella conformazione anatomica più sdutta, rigida e non sempre proporzionata.
Alcune peculiarità caratterizzano o caratterizzavano la processione savese dei Misteri: a sera inoltrata, e poco prima del ritiro nella chiesa della Croce, le statue vengono allineate in piazza per una devota contemplazione, dinanzi alla Chiesa Matrice, dove in passato i Misteri entravano, insieme al popolo, e il sacerdote vi teneva un sermone; le aste per l’aggiudicazione delle statue da parte dei portatori – soprattutto del Cristo Morto e dell’Addolorata – che ora si tengono nella sacrestia della chiesa della Croce, in passato si svolgevano nella prima parte del tragitto, tra la sede confraternale e l’angolo dell’ex Palazzo della Pretura, quando il corteo procedeva più lentamente per permettere agli offerenti di contendersi i simulacri per il prosieguo del rito; forte, ormai da diverso tempo, è la partecipazione alla processione del ramo femminile della confraternita della Croce, che al pari di quello maschile ha il ‘privilegio’ di portare a spalla alcuni simulacri (la citata confraternita dei Sette Dolori d’altronde già nel 1689 contemplava le «sorelle» tra le sue fila, segno dell’antica apertura della città di Sava alla partecipazione femminile alla vita socio-religiosa).

Bibliografia
  • La Settimana Santa a Sava, a cura di G. Lomartire, s.l. 1978;
  • P. Pesare, La passione di Cristo e della Vergine nella liturgia e nella devozione popolare in Sava. La Settimana Santa, Sava 1996;
  • P. Pesare, Il “percorso mariano” in Sava, in La via di Maria: fede arte storia. Percorsi mariani nella Diocesi di Oria, a cura di A.M. de Los Reyes, Manduria 2008, pp. 489-496.
Galleria
Arturo De Vitis, Cristo nell’orto degli Ulivi, 1914. Sava (TA), chiesa della Croce
Arturo De Vitis, Cristo nell’orto degli Ulivi, 1914. Sava (TA), chiesa della Croce
Arturo De Vitis, Ecce Homo, 1914. Sava (TA), chiesa della Croce
Arturo De Vitis, Ecce Homo, 1914. Sava (TA), chiesa della Croce
Arturo De Vitis, Cristo alla colonna, 1914. Sava (TA), chiesa della Croce
Arturo De Vitis, Cristo alla colonna, 1914. Sava (TA), chiesa della Croce
Sava (TA), processione dei Misteri, le consorelle della Croce portano in processione la statua del Cristo caduto sotto la croce di Arturo De Vitis (1914)
Sava (TA), processione dei Misteri, le consorelle della Croce portano in processione la statua del Cristo caduto sotto la croce di Arturo De Vitis (1914)
Sava (TA), processione dei Misteri, le statue sono allineate in piazza, davanti alla Chiesa Matrice
Sava (TA), processione dei Misteri, le statue sono allineate in piazza, davanti alla Chiesa Matrice