Madonna della Stella

Madonna della Stella

Autore: Ignoto cartapestaio salentino del XIX sec.
Titolo: Madonna della Stella
Comune: LEQUILE (LE)
Luogo: Dragoni (fraz. di Lequile; LE), chiesa di San Basilio Magno, prima nicchia della parete destra dell’unica navata.
Diocesi: Lecce
Datazione: seconda metà del XIX sec.?
Restauri: 1990 Pietro Indino
Caratteristiche: cartapesta e terracotta policrome, h 70 cm ca.
Iscrizioni: «RESTAURO/1990/ARTE SACRA/CAV. P. INDINO/Lecce» (in basso a sinistra sulla base; scomparsa dopo l’ultimo restauro)

Notizie storico-artistiche

Le celebrazioni religiose e civili in onore della Madonna della Stella, patrona della frazione di Dragoni, si legano a un’antica leggenda, tramandata oralmente, secondo la quale in un anno di particolare siccità che rischiò di danneggiare i raccolti della comunità locale, prevalentemente agricola, si decise di portare in processione il simulacro della Vergine a cui fu implorato di intercedere presso Dio. Al rientro in chiesa della statua, la pioggia cominciò a scendere così copiosa che il sudato raccolto dei contadini, quasi ormai compromesso, fu salvo.
Da allora, ogni mercoledì dopo Pasqua, Dragoni omaggia la Madonna con tre giorni di celebrazioni ed eventi, tra cui nel corso degli anni si sono alternati e susseguiti concerti bandistici, spettacoli musicali, una fiera-mercato; mentre in passato già il martedì precedente si celebrava il cosiddetto ‘Lu Riu’, giornata dedicata alle scampagnate, tuttora particolarmente sentita a Lecce, che prolungava la festa della Pasquetta e, nel caso di Dragoni, anticipava quella della Madonna della Stella.
Il momento culminante dei tre giorni di celebrazioni è però la processione col simulacro in cartapesta della Vergine col Bambino, solennemente intronizzato la domenica di Pasqua sull’altare maggiore della chiesa di San Basilio Magno, che solitamente si svolge proprio la sera del mercoledì successivo. Prima del rito si tiene però il tradizionale ‘corteo del Gonfalone’: una rappresentanza del comitato-feste, accompagnato dalla banda musicale, da Dragoni si reca presso il Municipio della ‘vicina’ Lequile per prelevare lo stendardo della città che, al ritorno del corteo, viene esposto in Piazza Stella insieme all’effige della Madonna, mentre sul tetto della chiesa di San Basilio viene issata la bandiera italiana sempre con l’immagine mariana. Con lo scoppio di alcuni petardi ha inizio la processione – negli ultimi decenni spesso significativamente scandita dalla pioggia – che vede il simulacro cartaceo, sempre scortato dal Gonfalone di Lequile, percorrere le principali vie della frazione illuminate lungo i cigli da piccoli ceri e dalle tipiche luminarie; mentre al rientro in chiesa, la statua viene salutata da uno spettacolo di fuochi pirotecnici seguito dalla tradizionale offerta di uova sode e vino, un antico rito detto in dialetto del ‘purecino’.

Come anticipato, la statua in cartapesta è custodita durante l’anno in una nicchia aperta sulla parete destra dell’unica navata della chiesa di San Basilio Magno, dal 2009, a seguito dell’edificazione della nuova parrocchia dello Spirito Santo, diventata Rettoria, ma che per lungo tempo è stata il principale luogo di culto di Dragoni. Di certo lo era già dal 1641, quando nei verbali della seconda visita dell’arcivescovo di Lecce Luigi Pappacoda (1639-70), veniva registrata l’«Ecclesia S. Mariae de Stella, olim ecclesia Parochialis» (Costantini 2015). Questa annotazione ci fa supporre che esisteva a quel tempo una scomparsa chiesa dedicata alla Madonna della Stella che – forse fino ai primi anni del XVII secolo, quando probabilmente fu eretto l’altro edificio sacro – per un certo periodo funse da parrocchiale e nella quale nel 1583 dovette essere celebrato il primo battesimo registrato nei libri parrocchiali di Dragoni. Difatti ancora in due visite pastorali settecentesche, del 1772 e del 1795, i due luoghi di culto venivano elencati distintamente: da un lato la parrocchiale, dall’altro la ‘cappella’ «della Vergine della stella» (cfr. De Luca 1984, pp. 153, 163, con rinvio alla fonte documentaria).
La statua qui schedata dovette essere quindi realizzata per quest’antica, piccola struttura, sulla quale non sono state però rintracciate notizie più dettagliate, e poi, in epoca imprecisata, forse a seguito della distruzione della cappella mariana, trasferita nell’ex parrocchiale di San Basilio Magno, sul cui altare maggiore campeggia non a caso una tela settecentesca dedicata al santo vescovo.
La tipologia e la manifattura del simulacro, per quanto come vedremo in parte compromesso nelle sue cromie e forme originarie, rimanda alla più raffinata e qualificata produzione delle botteghe leccesi di cartapesta del maturo Ottocento, epoca a cui dovrebbe quindi risalire anche la leggenda riportata all’inizio. La Madonna, ritratta a mezzobusto, trattiene con la sinistra, portandolo al fianco, il Bambino, mentre con la destra tiene delicatamente una stella metallica a otto punte. Cristo, dai riccioli giallo-rame, accovacciato tra il braccio e il fianco della Madre, con la destra benedice e con la sinistra sorregge un piccolo globo crucigero blu, fasciato d’oro; egli veste una tunichetta verde bordata d’oro, variamente pieghettata, stretta in cinta da una fascia rossa anch’essa con nappa e strisce dorate. Elegantissima invece la Vergine, dal viso tondo e delicato e dalle tenere guance rosate, il cui sguardo fisso e attento è incorniciato, come nel Cristo, da sottili sopracciglia. La figura muliebre indossa una tunica – trattenuta in vita da una cintura verde – una sopravveste e una stola in due tonalità differenti di rosa, la prima e l’ultima rispettivamente bordata e listata d’oro; il capo della Vergine è invece coperto da un mantello blu, anch’esso bordato d’oro, lungo il cui orlo si dispiega un raffinato decoro floreale sempre dorato. Motivi che permettono di inquadrare la tipologia decorativa della statua nella categoria denominata ‘ricchissima’ (cfr. S.P. Polito, La cartapesta sacra a Manduria (secc. XVIII-XX), Manduria 2002, p. 50). Proprio il manto, sollevato e trattenuto passando per la cintura, e così le altre stoffe, hanno consentito all’ignoto cartapestaio di dispiegare tutta la sua maestria nella costruzione plastica delle pieghe cartacee, raggiungendo un risultato straordinario con l’idea di incorniciare il volto della Vergine con quel movimento ‘ondulato’ dell’orlo risvoltato del mantello.
Il simulacro, che per le sue caratteristiche appena descritte non sfigurerebbe accanto ad analoghe statue processionali lignee della lunga stagione barocca napoletana, forse utilizzate come modello dal nostro anonimo artefice, ha però subito nel tempo diversi rifacimenti. Vecchie foto della processione del mercoledì dopo Pasqua e una cartolina di Dragoni documentano infatti uno stato lievemente diverso della statua, ravvisabile specialmente osservando le fattezze del Bambino.
Ciò che è certo è che nel 1962, come recita l’iscrizione presente nella targhetta appostavi – «LA PROCURA-Anno 1962» – fu realizzato il basamento ligneo processionale dell’opera, mentre nel 1990 essa fu restaurata dal cartapestaio leccese Pietro Indino (1912-92), autore della modesta statua del titolare della ex-parrocchiale, San Basilio Magno. Quest’ultimo dato si ricava da alcune vecchie foto che permettono di leggere l’iscrizione dipinta da Indino sulla nostra statua (cfr. dati tecnici), la quale presentava allora in più punti delle cromie diverse da quelle attuali (rosa la tunica e verde la cintura del Bambino, verde anche la manica della veste della Vergine, ecc.). Un più recente intervento di ripristino, di cui non si è riusciti finora a trovare documentazione, ha cancellato o coperto l’iscrizione del 1990, donando al simulacro la colorazione attuale sopradescritta, che solo dopo un esame più attento e mirato, magari accompagnato dall’eventuale analisi della documentazione di restauro, potrà essere considerata quantomeno conforme all’originale.

Bibliografia
  • F. De Luca, La Diocesi leccese nel Settecento attraverso le visite pastorali. Regesti, Galatina 1984.
  • A. Costantini, Dragoni, frazione di Lequile, in Atlante del Barocco in Italia. Lecce e il Salento.1. I centri urbani, le architetture e il cantiere barocco, a cura di M. e V. Cazzato, Roma 2015, p. 250, con bibliografia di riferimento.
Galleria
Ignoto cartapestaio salentino del XIX sec., Madonna della Stella. Dragoni (fraz. di Lequile; LE), chiesa di San Basilio Magno
Ignoto cartapestaio salentino del XIX sec., Madonna della Stella. Dragoni (fraz. di Lequile; LE), chiesa di San Basilio Magno
Dragoni (fraz. di Lequile; LE), processione col simulacro della Madonna della Stella, mercoledì 20 aprile 2022 (foto Giuseppe Rutigliano).
Dragoni (fraz. di Lequile; LE), processione col simulacro della Madonna della Stella, mercoledì 20 aprile 2022 (foto Giuseppe Rutigliano).
Dragoni (fraz. di Lequile; LE), foto storica della processione col simulacro della Madonna della Stella, anni Cinquanta del XX sec.
Dragoni (fraz. di Lequile; LE), foto storica della processione col simulacro della Madonna della Stella, anni Cinquanta del XX sec.
Cartolina storica di Dragoni (fraz. di Lequile; LE) con l’immagine della statua della Madonna della Stella e la facciata della chiesa di San Basilio Magno, anni Cinquanta del XX sec.?
Cartolina storica di Dragoni (fraz. di Lequile; LE) con l’immagine della statua della Madonna della Stella e la facciata della chiesa di San Basilio Magno, anni Cinquanta del XX sec.?
Dragoni (fraz. di Lequile; LE), processione col simulacro della Madonna della Stella, anni Ottanta del XX sec.
Dragoni (fraz. di Lequile; LE), processione col simulacro della Madonna della Stella, anni Ottanta del XX sec.
Santino con l’immagine della statua della Madonna della Stella (foto antecedente l’ultimo restauro)
Santino con l’immagine della statua della Madonna della Stella (foto antecedente l’ultimo restauro)
Ignoto cartapestaio salentino del XIX sec., Madonna della Stella. Dragoni (fraz. di Lequile; LE), chiesa di San Basilio Magno (foto antecedente l’ultimo restauro, in cui è visibile l’iscrizione che attesta l’intervento di Pietro Indino del 1990)
Ignoto cartapestaio salentino del XIX sec., Madonna della Stella. Dragoni (fraz. di Lequile; LE), chiesa di San Basilio Magno (foto antecedente l’ultimo restauro, in cui è visibile l’iscrizione che attesta l’intervento di Pietro Indino del 1990)
Dragoni (fraz. di Lequile; LE), festa della Madonna della Stella, 2018