Chiesa di San Domenico

Chiesa di San Domenico

Comune: BITONTO (BA)
Sito: Chiesa di San Domenico, Cappella Dei Misteri
Luogo: Bitonto (BA), chiesa di San Domenico, cappella dei Misteri
Diocesi: Bari-Bitonto
Collocazione: a destra dell’unica navata della chiesa, subito dopo l’ingresso

Notizie storico-artistiche

Dalla fiancata destra della chiesa di San Domenico di Bitonto, subito dopo l’ingresso dell’edificio, si accede alla Cappella dei Misteri la quale custodisce durante tutto l’anno gli otto simulacri della processione del Venerdì Santo mattina.
Nel 1574 i Domenicani concessero all’associazione del Santissimo Rosario, fondata nella loro chiesa intorno al 1560, una cappella sita «nel corno destro, nel frontespizio della cappella di S. Pietro Martire».
Si trattava di una delle cappelle che componevano un ambiente eretto intorno al XIV secolo sul suolo della chiesa medievale di San Nicola del Mercato (il convento domenicano e la relativa chiesa erano infatti stati edificati sul suolo dell’antica piazza del mercato). In origine il vano era infatti costituito da tre cappelle e da un solo altare, ma verso la metà del XVII secolo anche la seconda cappella venne dotata di un altare dedicato a San Domenico Soriano, impreziosito della tela con tale soggetto iconografico eseguita nel 1648 da Francesco Caivano. Circa un secolo dopo, benché siano stati ancorati a un periodo più prossimo (seconda metà del Seicento), furono eseguiti gli scenografici stucchi, raffiguranti un trionfo di angeli che contornano il lanternino della cupola ellittica di questa cappella – sul tetto del lanternino campeggia un bonario Eterno Padre – creando un effetto assai suggestivo. Una datazione suggerita dalla tipologia stilistica degli stucchi, ingenui e ‘popolari’, ma anche dalla notizia archivistica secondo la quale nel 1757, sotto la guida e la progettazione di Nicola Valentino dimorante a Molfetta (BA), prestarono la loro opera gli stuccatori Geronimo Lo Vero e Geronimo Maranducciolo.
Nel 1706 anche la ‘terza’ cappella del sacello, verosimilmente ingrandita nel corso del Seicento, venne impreziosita di un altare dedicato al Rosario, mentre sempre nello stesso anno la primitiva cappella, concessa alla confraternita rosariana nel Cinquecento, fu adibita ad oratorio.
Oggi il cappellone dei Misteri, lungo sei metri, è costituito da due cappelle, le quali ospitano due altari per l’esposizione di due statue: quella della Addolorata, dal 1739 posta sull’altare già del Rosario traslato quell’anno nel transetto sinistro, e quella dell’Immacolata che nella seconda metà del XIX secolo, incastonata in una nicchia appositamente incavata, andò a sostituire il quadro di San Domenico Soriano che fu posizionato sull’altare del transetto destro (nel 1975, quando la chiesa domenicana passò sotto il titolo parrocchiale di San Giovanni Evangelista, il dipinto fu trasferito nel Museo diocesano bitontino e sostituto da un quadro del santo evangelista).
Nel frattempo la cappella del Rosario, poi dell’Addolorata, nel 1730 era stata destinata ad accogliere i simulacri lignei della Passione. Il 26 settembre di quell’anno l’andriese Nicola Capurso, abitante a Giovinazzo, si impegnava infatti a realizzare, entro il mese di ottobre e per il prezzo di cinquanta ducati di rame, «nella cappella della Vergine del Rosario eretta dentro la Ven.le Chiesa dei RR.PP. di S.Dom.co cinque nicchi alla parte del muro di d.tta cappella alla parte della sacristia di esso Conv.to per riponerci li cinque Misteri della Passione di Nostro Signore, con sfondare detti nicchi dentro l’istessa fabbrica a proportione delle statue […] e secondo il disegno fatto da me m.o Nicola firmato […] con farci sopra il pieno delli quattro nicchi, che vengono due alla parte di detto muro che corrisponde all’altare (del Rosario) e due altri alla parte della Cappella del SS.mo Crocifisso, la Pittura, ed il quinto nicchio, che viene nel mezzo, e sopra di esso la finestra tonda».
Sempre al Settecento risale l’esecuzione, a opera di una bottega bitontina, del lunettone sormontante le cinque nicchie, affrescato con raffigurazioni di angeli e simboli della Passione; sul margine inferiore sinistro compare però l’iscrizione «Archiconfratres ss.rosarii hoc opus fieri curarunt», che è o frutto di un restauro ‘integrativo’ oppure è stata dipinta ex-novo dopo il 1874, anno in cui la confraternita rivolse istanza al Re per ottenere il titolo di Arciconfraternita. Significativa, infine, la commissione al pittore Vincenzo Molignano, nel 1768, di «cinque quadretti della Passione da collocare nell’oratorio della Confraternita», i quali verosimilmente dovevano raffigurare gli episodi inscenati nei cinque simulacri lignei del Frisardi.
Fin dal Settecento diversi sono stati gli interventi di restauro che hanno coinvolto il Cappellone e le nicchie. Nel 1753, ad esempio, venne effettuata l’indoratura dei telai lignei ad opera dell’indoratore Francesco Minnuto; mentre nel 1859 vennero rifatte le vetrine, come documenta un’iscrizione dipinta posta all’interno della nicchia centrale: «A divozione di Vincenzo Maggio – nel suo priorato e Nicolasanto Carelli – A.D.1859». Più di recente, nel 1964, a spese della Arciconfraternita con il significativo contributo dell’onorevole Aldo Moro, furono realizzate la mattonatura dell’altare dell’Addolorata e la dipintura della zoccolatura e venne installato un lampadario elettrico.
Infine negli anni 2008-09 il cappellone dei Misteri è stato sottoposto, a spese dell’arciconfraternita, a un intervento di restauro conservativo che ha riguardato soprattutto la decorazione scultorea della cupola e delle pareti.
Il Crocefisso intagliato da Frisardi (1713-14), come documenta il contratto del 1714, già allora era stato riposto nella cappella del Rosario – lì dove 16 anni dopo furono realizzate le cinque nicchie – e infatti a tale scopo furono versati 65 ducati a un certo Mastro Gio. Angelo «per tre ferri a sostenere il Crocefisso». Quello in cartapesta usato oggi per la processione dei Misteri, commissionato nell’inoltrato Ottocento, venne invece collocato in chiesa, dapprima sull’altare omonimo oggi di Sant’Antonio da Padova, poi in quello di San Tommaso e San Vincenzo Ferreri (il primo a destra), infine, nel 1898, nella grande nicchia a muro situata nella crociera, in cornu epistolae. Ma nel 1976 si decise di riaprire l’accesso tampognato alla sacrestia che insisteva proprio lì dove era collocato il Crocefisso cartaceo (altare del Calvario), cosicché quest’ultimo venne collocato nella nicchia centrale della cappella dei Misteri, scalzando quello ligneo del Frisardi che invece venne appeso all’arco trionfale del presbiterio della chiesa (oggi è sempre nella zona presbiteriale, ma in un posto più defilato, alla base del pilastro di sinistra dell’arco trionfale).
La sera del Giovedì Santo, fino agli anni Novanta del secolo scorso, la chiesa di San Domenico era oggetto di un intenso pellegrinaggio di fedeli che si recavano nell’edificio a venerare e contemplare sia le statue dei Misteri sia l’altare della Reposizione (a volte esposti congiuntamente sull’altare maggiore; es. anno 1976, cfr. Minenna 2004, p. 43 fig.). Poi però, per consentire un maggiore ordine e distinguere le due forme di venerazione, l’autorità ecclesiastica decise di allestire l’altare della Reposizione nella vicina chiesa di Santa Maria la Porta (ora in cattedrale) e di lasciare le statue nella cappella della Passione, ancora oggi oggetto il giovedì sera del pellegrinaggio dei fedeli in visita ai ‘Sepolcri’ delle chiese cittadine (vedi Minenna 2004, pp. 38-39, 42; Eadem 2014b, pp. 54-55).

Bibliografia
  • C. Minenna, Scenari di dolore. La processione dei misteri a Bitonto, Arciconfraternita “Maria SS. del Rosario”, L’arciconfraternita del SS. Rosario a Bitonto, Bitonto 2004.
  • C. Minenna, Rosarii Sodales. Vol. I. L’arciconfraternita del SS. Rosario a Bitonto, Raffaello, Bitonto 2014, pp. 97-100.
  • C. Minenna, Rosarii Sodales. Vol. II. Scenari di dolore nella processione dei misteri a Bitonto, Raffaello, Bitonto 2014.
Galleria
Bitonto (BA), chiesa di San Domenico, cappella dei Misteri
Bitonto (BA), chiesa di San Domenico, cappella dei Misteri
Bitonto (BA), chiesa di San Domenico, cappella dei Misteri
Bitonto (BA), chiesa di San Domenico, cappella dei Misteri
Bitonto (BA), chiesa di San Domenico, cappella dei Misteri, parete con le cinque nicchie contenente i simulacri della Passione e il lunettone con gli affreschi settecenteschi raffiguranti Angeli coi simboli della Passione (foto dott. Francesco Stanzione 2010)
Bitonto (BA), chiesa di San Domenico, cappella dei Misteri, parete con le cinque nicchie contenente i simulacri della Passione e il lunettone con gli affreschi settecenteschi raffiguranti Angeli coi simboli della Passione (foto dott. Francesco Stanzione 2010)
Bitonto (BA), chiesa di San Domenico, cappella dei Misteri, volta con stucchi settecenteschi del primo vano
Bitonto (BA), chiesa di San Domenico, cappella dei Misteri, volta con stucchi settecenteschi del primo vano